Bonus acqua potabile 2024, è boom di proteste | Solo pochi spiccioli per chi ha già fatto i lavori
Rivisto il piano per il bonus acqua potabile, i contribuenti possono dimenticarsi il tanto atteso 50%: sono rimasti solo gli spiccioli.
In un mondo dove ci viene chiesto di essere green e sostenibili stiamo vedendo sempre più incentivi mirati all’implementazione di sistemi eco-friendly nelle nostre case.
Il Bonus Acqua Potabile, istituito per incentivare l’utilizzo dell’acqua del rubinetto e ridurre l’uso di contenitori di plastica, ha suscitato aspettative significative tra coloro che hanno optato per sistemi di filtraggio e trattamento dell’acqua.
Tuttavia, quanto annunciato dall’Agenzia delle Entrate tramite il provvedimento 151739 del 22 marzo 2024 ha deluso molti contribuenti.
Vediamo assieme cosa ha generato discontento nei cittadini e perché sarebbe necessario rivedere l’intero sistema di detrazione.
I danni delle aspettative sbagliate: ti ridanno spiccioli
Secondo quanto comunicato, il credito di imposta che sarà riconosciuto a coloro che hanno installato tali sistemi è pari solo al 6,45% dell’importo richiesto. Questo risultato è il frutto di una discrepanza significativa tra le risorse disponibili e il totale delle richieste pervenute. Mentre le richieste ammontavano a 23.255.702 euro, le risorse stanziate dall’Agenzia delle Entrate erano soltanto di 1.500.000 euro.
Questo squilibrio ha portato a una drastica riduzione del beneficio fiscale, lasciando molti contribuenti insoddisfatti e frustrati. Per comprendere appieno l’entità di questa delusione, è sufficiente esaminare un esempio pratico: per una spesa di 1.000 euro, che avrebbe dovuto garantire un credito di imposta del 50%, ci si trova ora con un beneficio massimo di soli 32,25 euro, a fronte dei 500 euro inizialmente previsti.
Proteste inutili: è già successo in passato
La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che il credito di imposta è limitato a determinate cifre massime, rispettivamente di 1.000 euro per ogni unità abitativa e di 5.000 euro per ogni immobile adibito ad attività commerciale o istituzionale. Questi limiti, combinati con la scarsità delle risorse, rendono il bonus acqua potabile un incentivo molto meno attraente di quanto originariamente concepito. Questa non è la prima volta che il bonus acqua potabile delude le aspettative dei contribuenti: già lo scorso anno si era verificata una situazione simile, con importi ben al di sotto delle aspettative. Questo solleva interrogativi sulla reale efficacia di tali misure nel raggiungere gli obiettivi prefissati, come la riduzione dell’uso di bottiglie di plastica e la promozione di pratiche più sostenibili.
La delusione causata dalla riduzione del beneficio fiscale potrebbe anche scoraggiare ulteriori investimenti in sistemi di filtraggio e trattamento dell’acqua, portando a una diminuzione dell’adozione di pratiche più ecologiche. Inoltre, l’incapacità di fornire un beneficio fiscale significativo potrebbe minare la fiducia dei contribuenti nelle politiche governative volte alla sostenibilità ambientale. Il bonus acqua potabile, sebbene concepito con buone intenzioni, si è rivelato un incentivo fiscale ridotto a dimensioni ridicole a causa delle risorse limitate messe a disposizione. Per realizzare appieno gli obiettivi di sostenibilità ambientale, è necessario rivedere e potenziare tali misure, garantendo risorse adeguate per incentivare davvero l’adozione di pratiche più eco-friendly.