Snack al cioccolato, famosa multinazionale nella bufera: a rischio la salute dei più piccoli
Scoppia il caso sulla multinazionale del cioccolato: prodotti malsani venduti ai bambini, ecco cos’è accaduto.
Il dibattito sull’industria alimentare e la qualità dei suoi prodotti è sempre stato al centro dell’attenzione pubblica, ma quando si tratta di alimentazione rivolta ai bambini la faccenda si fa ancora più seria.
Una recente ricerca condotta da Unicef-Oxford ha sollevato nuove preoccupazioni riguardo ai prodotti offerti da un gigante del settore, evidenziando che il 75% dei ricavi della multinazionale deriva dalla vendita di snack ad alto contenuto di sale, zucchero e grassi.
Questo ha portato all’azione di un’organizzazione di investitori, guidata da ShareAction, che sta esercitando pressioni sulla già citata multinazionale affinché adotti un obiettivo globale per aumentare la quota di vendite provenienti da prodotti più salutari.
Il portale GreenMe riporta l’accaduto per i giornali italiani: vediamo assieme di quale titanica impresa si tratta.
Gli investitori accusano e il colosso del cioccolato risponde
L’iniziativa degli investitori di ShareAction nei confronti della multinazionale Nestlé ha guadagnato un’attenzione significativa, con la proposta in discussione che sarà votata durante l’Assemblea Generale Annuale dell’impresa il prossimo 18 aprile. Gli investitori stanno mettendo in dubbio l’attuale percorso intrapreso dalla multinazionale alimentare, chiedendo un’impostazione più incisiva per promuovere opzioni alimentari più sane.
Nonostante l’impegno annunciato da Nestlé lo scorso anno per aumentare del 50% le vendite di prodotti “più nutrienti” entro il 2030, gli azionisti considerano questo obiettivo non abbastanza rigoroso. Catherine Howarth, CEO di ShareAction, ha sottolineato la mancanza di una strategia definita da parte di Nestlé per spostare il bilancio delle vendite verso opzioni alimentari più sane. Nestlé ha risposto alle critiche sottolineando che una parte significativa delle sue vendite nette rientra nel sistema di valutazione HSR (Health Star Rating) come “sane”; tuttavia gli azionisti rimangono preoccupati, poiché una percentuale significativa di prodotti rimane al di sotto dei livelli salutari raccomandati.
Avevano già messo a rischio la salute dei loro piccoli clienti
Il confronto tra Nestlé e gli azionisti non è nuovo. Già nel 2021, dichiarazioni di un dirigente della multinazionale ammettevano la non salubrità della maggior parte dei prodotti, innescando un acceso dibattito. Gli azionisti ora esprimono preoccupazione per i rischi normativi, reputazionali e legali, nonché per gli impatti sulla salute pubblica associati agli alimenti meno sani. Da parte sua, Nestlé continua a difendere la propria posizione, sostenendo che gli sforzi per promuovere la nutrizione e l’offerta di prodotti più sani sono in corso e che una riduzione forzata delle vendite di prodotti meno salutari potrebbe essere controproducente.
L’attenzione su Nestlé e il suo impegno per una maggiore salute alimentare rimane alta. Staremo a vedere se gli investitori riusciranno a convincere la multinazionale a fare un cambio di rotta significativo durante l’Assemblea Generale Annuale del prossimo aprile. In un mondo sempre più attento alla salute e al benessere, le azioni intraprese dalle grandi multinazionali dell’alimentazione possono avere un impatto significativo sulla salute pubblica e sull’orientamento dei consumatori verso scelte più salutari.