Pensione anticipata, richiedila 11 anni prima con questi documenti | La circolare INPS parla chiaro
La pensione anticipata richiede determinati requisiti: ecco quali, e che genere di soluzioni esistono per chi non li rispetta.
La possibilità di richiedere la pensione anticipata è un tema di crescente interesse per molti lavoratori.
Tuttavia, affrontare questa procedura richiede una pianificazione accurata e la raccolta di documenti specifici.
Una recente circolare dell’INPS fornisce chiarezza su quali documenti siano necessari e sulle tempistiche da rispettare per presentare la domanda con successo.
Comprendere appieno i requisiti e i passaggi da compiere può fare la differenza nel garantire una transizione agevole verso la pensione anticipata. Li riassumiamo per te.
Chi può richiedere la pensione anticipata?
Il sistema pensionistico italiano è strutturato per garantire la sicurezza economica dei lavoratori dopo il termine della loro carriera attiva. Tuttavia, esistono circostanze in cui le condizioni di salute di un individuo possono rendere necessario anticipare l’accesso alla pensione. La legge prevede delle disposizioni per coloro che sono affetti da malattie croniche o invalidanti che compromettono la loro capacità lavorativa. Secondo la legge vigente, l’età minima per accedere alla pensione di vecchiaia è di 67 anni, con almeno 20 anni di contributi versati. Tuttavia, in presenza di una malattia cronica che riduca la capacità lavorativa dell’80% o più, è possibile anticipare il pensionamento di 6 anni per gli uomini e di 11 anni per le donne.
L’INPS stabilisce le malattie che comportano invalidità e la percentuale di compromissione della capacità lavorativa. Tra le patologie considerate, vi sono disfunzioni cardiache, malattie respiratorie, diabete, patologie neurologiche, traumi fisici, sordità e cecità parziali o totali, sindromi genetiche e patologie oncologiche. Il Decreto legislativo n. 503 del 1992 e la circolare INPS n. 35 del 2012 regolamentano il processo di prepensionamento per i soggetti con invalidità. È importante notare che non è sufficiente solo l’invalidità, ma è necessario valutare l’effettiva compromissione della capacità lavorativa rispetto alla mansione svolta. Ma cosa succede a chi non possiede questo requisito?
Invalidità inferiore all’80%, ecco le altre soluzioni
Per coloro che non soddisfano i requisiti per il prepensionamento, esistono altre agevolazioni:
- Ape Sociale: consentito per coloro con invalidità pari almeno al 74% e 30 anni di contributi.
- Quota 41: accessibile a soggetti con invalidità del 74% e 41 anni di contributi, senza limiti di età.
- Opzione Donna: per donne con 61 anni di età, 35 anni di contributi al 31 dicembre 2023 e invalidità del 74%.
- Assegno ordinario di invalidità: per coloro con invalidità almeno del 67% e almeno 5 anni di contributi.
Queste misure mirano a garantire la sicurezza economica per i lavoratori che, a causa di condizioni di salute precarie, non possono continuare la loro attività lavorativa. Tuttavia, è importante che i requisiti siano chiaramente definiti e che l’accesso a tali agevolazioni sia facilitato per coloro che ne hanno diritto. Per i lavoratori parzialmente impossibilitati a svolgere il proprio lavoro a causa di malattie croniche o invalidanti, è fondamentale conoscere i propri diritti e le opzioni disponibili per garantire una transizione dignitosa verso la pensione e un sostegno economico adeguato.